Direttamente dall’ultima tecnologia di Google ecco oggi la Google Car, la famosa auto senza conducente che Big G sta portando avanti da molto tempo, dividendo il pubblico tra paura e riverenza, che intende aiutare tutte quelle persone che per disabilità non potrebbero altrimenti viaggiare autonomamente. Se da una parte spaventa gli utenti, dall’altra raccoglie tutti gli onori in quanto la tecnologia che c’è dietro quest’auto senza pilota è davvero impressionante con peculiarità quali: un ricevitore GPS, per poter conoscere sempre la sua posizione, numerosi sensori a sostituire gli occhi dell’automobilista i cui segnali sono inviati al computer di bordo, 4 radar di tipo automobilistico: 2 frontali ed 1 posteriore, come quelli ultimamente offerti come optional sulle auto per prevenire le collisioni, un dispositivo sulla ruota posteriore sinistra che misura il minimo spostamento dell’auto, una videocamera sulla parte alta del parabrezza che riconosce i semafori e facilita il riconoscimento di ostacoli in movimento come pedoni o ciclisti e sul tetto un Lidar, un dispositivo usato in meteorologia per effettuare scansioni con raggio d’azione di 60 metri in tutte le direzioni, che come il Radar rileva oggetti a distanza ma con impulso laser.
Un gioiellino di tecnologia insomma che dopo i successi dei vari test su strada, in cui le vetture sono state accompagnata da un dipendente dell’azienda al volante per ovvie questioni di responsabilità giuridica, ha fatto il suo debutto anche con un civile!
Un’esperienza davvero unica e sensazionale che ha rivelato appieno le capacità straordinarie della Toyota Prius, che ha permesso a Steve Mahan, cieco al 95% e privo di patente di guida, accompagnato solo per motivi di sicurezza da un poliziotto, a muoversi in assoluta autonomia tra le strade di Morgan Hill, in California e a raggiungere il ristorante dopo un percorso lungo il quale l’auto si è fermata agli stop ed i suoi sensori, dopo aver verificato l’assenza di altri veicoli agli incroci, è ripartita evitando ostacoli e costeggiando gli oggetti, parcheggiandosi infine in un posto per disabili: il tutto, ovviamente, rispettando la segnaletica ed il codice della strada!
Un percorso per cui il sistema di bordo ha disposto la geolocalizzazione esatta del ristorante, dei segnali, delle postazioni e dei riferimenti, secondo una procedura comunque standard che ha visto ad oggi la “flotta” delle Google Car percorrere quasi 350.000 Km sulle strade californiane, anche in pieno traffico, incappando solo in un incidente, peraltro non grave, causato da un errore umano di un dipendente e non dalla vettura.
Ma il progetto Google delle self-driving car, dopo i successi conseguiti ed il via libera di qualche mese fa da parte delle autorità americane per la libera circolazione dei prototipi (sembra a partire dal Nevada), che fa peraltro presagire una sua non lontana commercializzazione, sembra sia il futuro su cui Big G vuole puntare, tanto da allargare la flotta con Lexus con cui il colosso di Mountain View sta sviluppando un prototipo della RX450h, la sua prima auto a guida ibrida.
E proprio un prototipo della nuova vettura è già stato avvistato nella California del Sud e prontamente fotografato da un automobilista di passaggio che ha consentito di “sbirciare” che il design del sistema di sensori montato sulla sommità della nuova Google Car ha migliorato il suo ingombro ed è stato reso molto più aerodinamico rispetto ai primi prototipi ma quanto all’interno non si è potuto carpire molto, anche se è certo che la configurazione dell’abitacolo avrà risentito della gestione delle guida computerizzata.
Insomma non resta che attendere nuove indiscrezioni, notizie, informazioni e foto circa l’ultima Google Autonomous Car, questa fantastica Lexus RX450h e fare i migliori complimenti a Big G!