Knowledge Graph. Ricerca più vicina al pensiero umano, un sistema capace di andare oltre le semplici ricorrenze di parole chiave, proiettato all’approfondimento degli aspetti polisemici del linguaggio. Un salto in avanti, almeno nell’approccio, rispetto alla ricerca web tradizionale.
È quanto promesso dalla nuova creatura di casa Google, Knowledge Graph. Un nome evocativo che richiama il funzionamento strutturato sull’incrocio di nuove e maggiori variabili. Si tratta di un meccanismo ancora perfezionabile, la sua complessità richiede l’acquisizione costante di nuovi dati, sulla scorta del responso degli utenti. Ciò rende difficile tentare un confronto diretto con le risposte tradizionali di Google.
Crediamo, invece, che Google Knowledge Graph rappresenti una interessante integrazione, utile all’ampliamento del proprio panorama di ricerca. Meandri della Rete esclusi da un esame puntuale, e potremmo dire quasi puntiforme, che possono risultare decisivi nei processi esplorativi. Questo, a nostro avviso, il limite e la potenzialità di Knowledge Graph. Più verosimiglianza al funzionamento, basato su associazioni complesse del lessico, dell’interpretazione umana della ricerca, ma meno conciso dell’analisi fondata esclusivamente sulla ricorrenza e pertinenza delle parole desiderate.
Al momento Knowledge Graph conta oltre 570 milioni di oggetti e oltre a 18 miliardi di informazioni e relazioni tra questi. L’evoluzione del motore di ricerca condurrà all’individuazione delle reali dinamiche che si stabiliscono tra vari elementi – dagli oggetti a persone, cose e luoghi – che andranno ad arricchire i grafici di Mountain View.
La sua utilità principale appare pertinente a fronte di oggetti dall’ampia gamma semantica, ottenendo risultati che riflettano l’effettiva entità del termine cercato. Come si traduce questo nella pratica? Inserendo nel motore di ricerca come “Vladimir Vysotsky”, noto poeta russo, possiamo vedere subito, in una sintetica schermata posta al fianco dei risultati classici, immagini che lo ritraggono, aspetti legati alla sua vita, opere, note correlate alle persone che hanno segnato la sua esistenza e le diverse ricerche correlate.
Knowledge Graph permette agli utenti di espandere le proprie conoscenze, e quindi come strumento puramente conosciuto è sicuramente un’evoluzione rispetto al canonico algoritmo. Un’autostrada del sapere, che potrebbe cambiare la nostra rappresentazione della rete, più vicina alla forma di effettiva intelligenza collettiva del Web.
Esprimiamo comunque dei dubbi sull’utilità per l’uso di quanti vogliano invece apprendere aspetti molto specifici, frutto di una scrematura iniziale compiuta dall’utente. Insomma, una rivoluzione a metà, almeno fino a quanto non vi sarà una totale integrazione con l’ancora efficientissimo Google search.
E voi cosa ne pensate? Vi convince la nuova creatura di Mountain View?
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