Dopo la chiusura di MegaUpload sono in molti a domandarsi quale sarà il futuro dei servizi di file sharing. Molti pensano che, come è sempre capitato con tutto ciò che riguarda Internet, ci sarà il “solito” periodo di quiete e poi nascerà il nuovo Servizio che rimpiazzerà il posto lasciato dai precedenti MegaUpload&co.
Nell’attesa della nascita del nuovo, però, continuiamo ad assistere alla caduta dei grandi. Infatti dopo MegaUpload da qualche ora anche FileSonic ha annunciato che lascia il settore del file sharing.
Come si può vedere dall’immagine allegata al momento è possibile utilizzare il servizio come hard disk virtuale per uploadare e scaricare i proprio files senza però dare la possibilità a terzi di accedervi e condividerli. A seguire FileSonic c’è stato Uploaded.to che sebbene non ha interroto il servizio di file sharing da qualche ora ha inibito l’accesso ai propri Servizi ai cittadini Americani.
Purtroppo nei prossimi giorni credo che vedremo altre “inversioni di tendenza” da parte dei grandi servizi di file sharing in cui verranno applicate regole più restrittive circa la possibilità di condividere file protetti da copyright sempre che, come si vocifera, non decidano proprio di chiudere i battenti.
Leggendo le carte emerge che per l’Fbi c’è differenza tra la situazione di MegaVideo/MegaUpload e tutti gli altri servizi analoghi in quanto MegaUpload incentivava, a detta loro, l’inserimento di contenuti ad alto traffico. Non credo però che questo basterà a far stare tranquilli tutti gli altri big.
Per Kim Dotcom, fondatore di MegaUpload, e tutti i membri dello staff si prospettano tempi molto duri. Le accuse più pesanti sono quelle di riciclaggio di denaro e violazione del diritto d’autore e si pensa che riceveranno non meno di 50-60 anni di carcere ciascuno.
Solitamente come per altri casi simili (Napster etc.) l’ultima parola prima di qualsiasi azione veniva detta in aula di tribunale. In questo caso la prassi è stata diversa e c’è stato un coordinamento tra l’Fbi americana e la polizia neozelandese. Mentre la prima oscurava il sito la seconda penetrava nella mega villa di Kim Dotcom e lo arrestava.
A seguire c’è stata la confisca dei beni la cui lista ha già fatto il giro del mondo visto che vi erano numerose auto di lusso (Cadillac, Rolls Royce, Mercedes,Lamborghini) e materiale tecnologico di ultima generazione come schermi piatti da 80 pollici o più.
Al video seguente le prime immagini dei membri arrestati.
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Sebbene Kim Dotcom abbia annunciato che MegaUpload tornerà on line credo che ci vorrà molto tempo prima che riesca a liberarsi dalla morsa dell’Fbi.
Mentre tutto ciò accade, però, c’è anche una nota positiva. La chiusura di MegaUpload è stata la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso e dal momento della chiusura è partito il più imponente attacco informatico mai realizzato verso i grandi produttori del cinema e della musica. Gli hacktivisti di Anonymous, infatti, hanno scatenato la “terza guerra mondiale” tecnologica che negli ultimi giorni ha visto cadere grandi siti del settore.
In Italia hanno avuto non pochi problemi il sito della Siae (siae.it), quello del Copyright (copyright.it) e della Lega Nord (leganord.org). Nel resto del Mondo tutti i nuclei di Anonymous stanno mettendo in difficoltà i siti sostenitori delle leggi SOPA e PIPA.
L’attacco è iniziato come sempre accordandosi su Twitter e da quel giorno continua a mietere vittime senza accennare a diminuire. Su Twitter cercando l’hashtag #OpMegaupload si potranno leggere un rincorrersi di tweet e retweet dove i vari gruppi dislocati per il Mondo comunicano il down o il deface di questo o quel sito.
Sicuramente siamo dinanzi ad un punto di svolta per l’intero settore della fruizione audio/video su Internet. L’azione verso MegaUpload è stata eclatante ma la reazione di Anonymous non è stata da meno.
Il braccio di ferro virtuale/digitale tra i grandi produttori e coloro che promuovono la libertà di scambio va avanti da giorni e per ora, solo facendo la conta di siti caduti, direi che l’ago della bilancia è e rimarrà a favore di Anonymous.
Come recita il loro slogan:
“We are Anonymous. We are Legion. We do not forgive. We do not forget. Expect us.”
Il vecchio detto “l’unione fa la forza” vale sempre e spero che, come sta succedendo al Congresso Americano dove qualcuno sta rivalutando il suo voto su SOPA/PIPA, anche le Major Cinematografiche e Discografiche decidano di rivedere il loro modo di affrontare la questione.
Penso che se c’erano milioni di persone pronte a pagare le cifre di MegaUpload per fruire di tutti i contenuti disponibili, le stesse persone sono pronte a pagare le Major o qualsiasi altro servizio legale (dove le major prendono i diritti e non rompono) purché si possa accedere a tutti i contenuti a prezzi ragionevoli.
Lo capiranno?