Nuova mossa nella guerra con la privacy di Google, che stavolta vede il vicepresidente della Commissione Europea, Viviane Reding, esprimere i propri dubbi in merito alle nuove norme sulla privacy introdotte da Big G, intervenendo in prima persona ad un programma dalle BBC, ove ha dichiarato che nelle prossime settimane la Commissione Europea chiederà maggiori delucidazioni in merito alla nuova policy introdotta, in quanto secondo l’UE, non rispetta i termini della trasparenza.
L’agenzia francese Commission nationale de l’informatique et des libertés, la CNIL, ha difatti definito l’azione di Google illegale in quanto alla base del problema sembra ci sarebbe la mancata considerazione di quegli utenti ignari delle conseguenze del rilascio dei loro dati, come dalle parole di Viviane Reding:
“Tali impostazioni destano forte preoccupazione perché non sono compatibili con la legge europea e non sono state applicate le norme sulla trasparenza. Tanto per cominciare nessuno è stato consultato, non si seguono le leggi sulla trasparenza e i dati delle persone vengono consegnati a terze parti senza il consenso degli utenti. La protezione dei dati personali è una regola base dell’Unione Europea, prevista dai nostri trattati. E non ci sono ‘se’“.
E proprio in occasione della sua partecipazione dell’intervista a BBC Radio 4, Viviane Reding ha portato con sè i risultati dell’inchiesta avviata dalla transalpina CNIL mostrando che un numero consistente di utenti, pari al 70%, legge in maniera sbrigativa o addirittura non legge le norme sulla privacy dei vari servizi web ed a tal proposito ha specificato “Sappiamo che i dati sono la linfa vitale dell’industria ma ci sono regole basilari in Europa che vanno applicate. Invece spesso ci troviamo ad osservare l’illegalità che vince“.
Emerge quindi che la questione relativa alla privacy, non interessa solo il colosso di Mountain View ma coinvolge tutte le aziende che fanno di Internet il loro core business ma a dispetto di ciò Google afferma che le nuove norme sulla privacy tendono a tutelare l’utente e che comunque non aggiungono nulla di diverso rispetto a quanto è sempre stato, adattandosi semplicemente ai nuovi servizi web!
Non da meno Google rassicura che i princìpi sulla privacy “restano infatti gli stessi. Non venderemo mai le informazioni personali e non le condivideremo senza la vostra autorizzazione“ e precisa che la Nuova Guida, composta dalle 60 linee guida precedentemente utilizzate, entrata in vigore da qualche giorno, “è stata solo resa più semplice da capire“ e da applicare a tutti i servizi compresi YouTube, Gmail e il nuovo social network Google+.
Mentre quindi Big G tenta di chiarire la propria posizione evitando fraintendimenti con gli utenti e la Commissione Europea si prepara a sferrare il proprio contrattacco, la verità più probabile è che non avendo mai letto prima cosa c’era scritto nelle 60 linee guida, ora si è preoccupati, di quello che era … e di quello che sarà …