Chi sarà il nuovo presidente dell’Agcom (l’Autorità garante per le telecomunicazioni)? Tra i candidati c’è una novità che viene dal basso, espressione della cultura orizzontale della rete, Stefano Quintarelli, chief digital officer del gruppo Sole 24 Ore. Un tecnico esperto e apprezzato nel settore, la cui campagna di candidatura è stata portata avanti attraverso il web e i social network. Ma nonostante i consensi è, al momento, solo una speranza di rinnovamento.
È stata condotta un’apposita raccolta firme dove il popolo della rete ha raggiunto circa 10 mila sottoscrizioni. Il significato di questo intervento si colloca nel quadro di maggiore trasparenza richiesta dall’Onu sulla prossima nomina dei membri dell’authority. L’indubbio valore tecnico di Quintarelli acquisterebbe particolare pertinenza all’interno dell’esecutivo guidato da Monti.
Il governo dovrà a breve rinnovare i vertici dell’Agcom, e da più parti si leva la richiesta di nomine meno partitiche, orientate a valorizzare le competenze del settore. Un altro tassello in favore di Quintarelli. Negli ultimi anni, infatti, l’Agcom si è trovata al centro di polemiche legate alla sua posizione su materie relative alle nuove tecnologie.
Le sfide che dovrà affrontare il nuovo presidente, a prescindere da chi sarà nominato, saranno molto complesse e vanno dalla transizione delle telecomunicazioni sul digitale alla difesa del copyright nel panorama digitale, oltre alla questione del digital divide nazionale, le cui conseguenze si misurano sotto il profilo culturale.
Il dibattito, in programma alle camere lunedì 21 maggio, difficilmente porterà presto a una scelta definitiva, visto anche che la norma sul restringimento dei commissari, da otto a quattro, di nomina politica è parte del decreto sulle banche. Riuscirà Quintarelli nella sua impresa?