Avevamo citato Project Loon qualche giorno fa nell’articolo sulla connettività e la tecnologia e quest’oggi andiamo a scoprire meglio di cosa si stratta. Google si è sempre dimostrata interessata a creare qualcosa che risolvesse problemi della vita di tutti i giorni o dell’intera umanità.
Una volta era difficile trovare le pagine sul Web poi hanno inventato il Motore di Ricerca.
Una volta quando si era in viaggio si girava con cartine geografiche e se proprio andava male ci si fermava a chiedere indicazioni. Ora chiunque può consultare le mappe di tutto il mondo e scoprire cosa c’è vicino, come arrivarci etc.. direttamente dal cellulare.
Una volta la macchina la guidavi tu, ora Google ha creato la macchina che si guida da sola. E si potrebbe continuare con altri vari progetti più o meno eclatanti che dimostrano però questa forte dedizione a risolvere alla radice i problemi comuni.
Questa volta all’attenzione del team Google è stato sottoposto un problema che per essere risolto secondo le normali tecnologie e le previste evoluzioni delle stesse richiederebbe ancora molti anni: portare internet in tutto il Mondo! Dalla foresta Amazzonica al deserto del Sahara, dai ghiacci del Polo Nord al Polo Sud, chiunque, anche un orso polare deve potersi collegare ad internet, la tecnologia che più di tutte ha cambiato le nostre vite.
Attualmente, come riportano nell’annuncio ufficiale di Loon, si stima che per ogni persona che accede ad internet che ne sono 2 che non ne hanno la possibilità a causa dei prezzi di connessione fuori portata. In gran parte del sud del Mondo il costo di una connessione supera il reddito medio mensile di un cittadino.
Ed è qui che Larry e Sergei si sono chiesti: come facciamo? E da questa domanda è nato il Project Loon, un sistema di palloni aereostatici su cui viene installato un ripetitore internet che permette di usufruire di connettività simile all’attuale sistema 3G largamente utilizzato da tutti i cellulari. Questo sistema di palloni si posizionerà al livello della stratosfera ossia due volte al di sopra delle normali linee aeree commerciali, così da non disturbare nessuno.
Da queste piccole deduzioni sono sorti, come sempre, grandi problemi e il team Google si è dovuto scontrare con una nuova domanda: una volta in volo come spostiamo i nostri palloni? Appurato che un pallone aereostatico con un ripetitore internet può stare in cielo e fornire connettività bisognava appunto capire come spostarlo dove lo si voleva.
Anche qui è stata trovata una risposta e si è deciso di sfruttare il vento e il sole come strumenti per muovere e posizionare i palloni. Da terra è possibile comandare esclusivamente l’altezza di volo dei palloni potendo così decidere se farlo trascinare dal vento in una direzione o in un’altra (nel video in basso viene spiegato bene il sistema di movimento). Successivamente ci sono stati ulteriori problemi su come spostare una flotta di palloni nei posti che si desidera ma anche qui grazie alla matematica e alle potenze di calcolo di cui Google dispone sono riusciti a trovare un algoritmo che lo permette.
E’ così che si è arrivati la scorsa settimana al lancio dei primi 30 palloni nella zona di Canterbury in Nuova Zelanda.
L’idea è come sempre molto ambiziosa ma il Project Loon esiste, i palloni sono online e i primi cittadini stanno usufruendo di questa connettività. Forse avremo finalmente una connettività globale senza più problemi, forse avremo un evoluzione del grande fratello che sorveglierà le nostre vite direttamente dalla stratosfera.
Ecco un video esplicativo delle tecnologie adottate mentre al precedente articolo potete vedere il lancio della prima flotta da 30 palloni.
[youtube mcw6j-QWGMo 600 366]