Ormai la moda dei selfie è diffusa tra adolescenti e non e ci sono sempre più persone ossessionate dalla mania di scattare foto ad ogni cosa. Molte volte tendiamo anche a “criticare” i cosiddetti ossessionati di foodporn: su Instagram in particolar modo è sempre più diffusa la mania di caricato foto di piatti succulenti. Ma secondo uno studio pubblicato dal Journal of Personality and Social Psychology chi scatta foto o è solito filmare ha la “fortuna” di vivere in modo amplificato l’esperienza del momento che sta immortalando.
Con questo studio sembra infatti che la tesi che vede la “denuncia” della famosa “mania Instagram” non avere fondamenta.
Lo studio è stato condotto da studiosi della University of Southern California (USC) Marshall School of Business che hanno effettuato 9 esperimenti su duemila partecipanti, sia in laboratorio sia sul campo, per provare a capire il loro livello di felicità sia quando potevano scattare foto e sia quando non potevano farlo.
In un primo momento hanno condotto i partecipanti al test al Reading Terminal Market di Philadelphia, poi a un safari simulato, poi in tour in autobus e infine in un museo. In tutte queste tappe un gruppo aveva la possibilità di filmare e scattare foto mentre un altro gruppo aveva il divieto assoluto di scattare o filmare.
Secondo questo studio i ricercatori hanno appurato che il gruppo che aveva la possibilità di immortalare i vari momenti vissuti ha trascorso un’esperienza molto più piacevole e felice rispetto invece a chi aveva il divieto assoluto.
Assurdo ma vero: quando decidiamo di catturare il momento che viviamo siamo più felici; sarà forse l’idea di conservare per sempre un ricordo positivo.
Quindi scattare foto non è “peccato”? Secondo lo studio NO ma quando arriva il momento di caricare la foto su un social, Instagram in particolare, fa si che il pensiero di condividerla e di ricevere LIKE e consensi ci distoglie dall’esperienza stessa.