Sembra una storia uscita dalle pagine di un libro di fantascienza, o meglio, una storia a tinte fosche ambientata nel futuro. Sì, perché nonostante si tratti di un forte impulso all’innovazione tecnologica, è pur sempre una pedina nello scacchiere di un progetto militare. Si chiama DARPA, acronimo che sta per Defense Advanced Research Projects Agency, ed è l’ente che ha deciso di finanziare l’azienda hi-tech Innovega ( Washington) per lo sviluppo di lenti a contatto a realtà aumentata. Cosa significa? Un occhio umano in grado di focalizzarsi su immagini proiettate a breve distanza e su oggetti virtuali.
La notizia è stata accolta con sentita curiosità, se non con vero stupore, dalla comunità internazionale di appassionati di tecnologia. Certo, il loro sguardo volge alle ripercussioni nel campo dell’intrattenimento: dalla visione di film in 3D a travolgenti scenari video-ludici. Obiettivo che non corrisponde affatto alle finalità, prettamente militari, di DARPA. Il futuro evocato dall’agenzia statunitense mira a definire il profilo dei soldati che entreranno a far parte del programma Soldier Centric Imaging via Computational Cameras (SCENICC). Un super-soldato, integrato con gli occhiali sviluppati da Innovega, basati sull’interfaccia iOptik, in grado di svolgere delicati compiti di intelligence e sorveglianza.
Ma forse mi sono sbagliato, forse questa storia non è così nuova. Ogni grande rivoluzione conduce, quasi come sua inevitabile deriva, a un momento che apre difronte ad un bivio: la via della guerra e quella dell’uso civile. Cosa ne sarà della realtà aumentata? Purtroppo la scelta sembra sia stata già compiuta.