Uno sviluppo esponenziale, il più grande fenomeno della Rete dopo il colosso Google. La creatura di Mark Zuckerberg è ritenuto ormai dai suoi iscritti, che hanno superato il miliardo di utenti, un servizio essenziale, fino al punto di divenire una vera e propria dipendenza. L’ultima novità in fatto di ossessione da Facebook arriva dagli USA.
Tutto ha inizio con la scelta di Paul Baier, vice-presidente di un’azienda che si occupa di impianti solari a Salem, in Massachussets, di stipulare un vero e proprio contratto, poi pubblicato sul suo blog, con la figlia Rachel di 14 anni. Niente accesso a Facebook per 5 mesi in cambio di 500$. Questo aveva accordato Paul, versando alla figlia un anticipo di 50$ e i restanti 150$ a contratto scaduto.
Una proposta nata, a quanto pare, proprio dalla figlia, che non trovando un lavoro part-time ha proposto al genitore il contratto. Ma si tratta di un comportamento davvero educativo? A nostro avviso Facebook non è solo un grande strumento di distrazione, magari verrebbe da dire. Si tratta piuttosto di una distorsione percettiva della realtà, che modifica il comportamento di migliaia di persone, spingendole a una vita “vetrina” da ostentare in ogni circostanza. Senza contare i risvolti in fatto di privacy.
Caro Paul, la sospensione per 5 mesi dietro pagamento serve a poco, la giovane Rachel avrebbe bisogno del bel volume di Lippmann “Public Opinion” (un opera che consigliamo anche ai nostri lettori).