Siamo difronte alla fine di un’era? Un modello è al collasso e chi potrà sostituirlo? Google è al centro dell’attenzione di Governi, potentati informatici e associazioni di consumatori. Più cresce il suo potere, e con esso l’influenza sulla Rete, maggiori sono le opposizioni al suo sviluppo. Ormai Web e Google sono quasi sinonimi, rappresenta la chiave d’accesso a milioni di preziosi contenuti. Preziosi non solo per l’utilità che ne traggono gli utenti, ma anche, e forse soprattutto, in termini monetari.
Una delle più recenti accuse arriva da Microsoft. Redmond sostiene che BigG stia rimescolando i confini che separano informazione da pubblicità. Una profonda messa in discussione della neutralità del motore di ricerca, teso a favorire i collegamenti più vicini ai suoi interessi. In effetti il vero volano economico di Mountain View è la pubblicità, dalla quale derivano il 90% dei suoi profitti. I sospetti riguardano l’abuso di posizione dominante.
Ma i problemi per Google arrivano anche dal fronte governativo. Oltre all’imputazione di evasione fiscale, giungono le indagini antitrust, sia da parte della statunitense Federal Trade Commission che dalla Commissione europea. Elementi che vanno a minare l’immagine e il sistema reputazionale della compagnia. A ciò si aggiunge l’allarme dell’editoria, sensibile al servizio Google News, poco amato dai giornali.
Stiamo andando incontro alla ridefinizione di un modello di ricerca e quindi, in una certa misura, di un modello di Rete? Oppure il potere di Google è talmente radicato che nessuno può, nel medio periodo, pensare di scalfirlo? Cosa ne pensate?