Il colosso d’Oriente fa valere il suo peso anche nel campo dell’hacking. Quattro mesi di attacchi di pirati informatici cinesi ai danni del New York Times. È quanto dichiarato dal noto quotidiano statunitense, che avrebbe suscitato le ire del governo cinese dopo l’inchiesta, pubblicata lo scorso ottobre, sull’enorme patrimonio segreto del primo ministro Wen Jiabao.
Appena resa nota la notizia, il sito web del New York Times era stato oscurato dalla Cina. Ma questo era solo il preludio a quanto sarebbe avvenuto. Da quel momento, con cadenza quotidiana, il sistema informatico del quotidiano sarebbe stato oggetto di pervicaci attacchi.
Il bottino dei pirati cinesi ammonterebbe a 53 password di giornalisti, tra cui quella di David Barboza, corrispondente da Shanghai e autore dell’articolo, e quella di Jim Yardley, corrispondente da Pechino. Non solo. Sottratti anche file ed email relativi alla famiglia Wen. Gli attacchi sarebbero partiti da un’università cinese.