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Streaming film: sequestrati 46 siti!

Streaming film: sequestrati 46 siti
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Operazione Publifilm: la Guardia di Finanza sequestra 46 siti di streaming film online per violazione del diritto d’autore

Streaming film: sequestrati 46 sitiLo scorso 5 Marzo la Guardia di Finanza ha portato a termine l’operazione Publifilm per combattere la pirateria online stabilendo il record di 46 siti di streaming film posti sotto sequestro. L’operazione arriva poco prima dell’entrata in vigore del regolamento Agcom per la tutela del diritto d’autore online prevista per il prossimo 31 Marzo.

L’avvocato Fulvio Sarzana, esperto in Diritto Digitale, afferma che rispetto agli altri sequestri analoghi avvenuti negli anni passati in questo caso non è stato contestato ai proprietari il reato di ricettazione e l’operazione non è stata sollecitata da associazioni a difesa del copyright

I siti coinvolti sono tra i più conosciuti nel settore dello streaming dei film on line e da una settimana la maggior parte di essi mostra la pagina della Guardia di Finanza che ha operato il sequestro.

Questi di seguito sono solo alcuni dei siti sequestrati, al link sottostante potrete scaricare la lista completa:

  • Filmxtutti.org
  • Eurostreaming.org
  • Piratestreaming.tv
  • Filmsenzalimiti.net
  • Filminstreaming.eu
  • Casa-Cinema.tv
  • CineBlog01

Streaming Film – Lista 46 Siti Sottoposti a Sequestro

Chi utilizza DNS Open probabilmente non si accorgerà del problema dato che il blocco avviene sui Dns dei provider italiani ma si tratta comunque della più grande operazione antipirateria italiana.

Altri siti invece sono tornati disponibili in toto o parzialmente in quanto questo genere di sequestro causava la mancata visualizzazione di sottodomini che, invece, non avevano alcun coinvolgimento con la pirateria e lo streaming.

La richiesta di sequestro è partita dal pm Nicola Maiorano e l’accusa è quella di aver violato l’articolo  171  ter, comma 2, della legge sul diritto d’autore, la 633 del 1941. Praticamente l’accusa è di aver realizzato lucro tramite i classici banner “pay per click” sfruttando la diffusione e condivisione di link a materiale protetto dal diritto d’autore.

L’ordinanza recita quanto segue:

…gli autori delle predette attività delittuose verosimilmente realizzano un sostanzioso lucro da tale  condotta stante la presenza, in ogni sito pirata, di numerosi banner pubblicitari, generatori di utili con la nota procedura del pay for click.

Con l’entrata in vigore del regolamento Agcom citato in precedenza questo genere di operazioni inibitorie potrebbero essere attuate bypassando gli organi preposti ad effettuare tali sequestri come la Polizia o la Guardia di Finanza in quanto, come scrive Sarzana dal suo blog:

“Il regolamento è completamente sbilanciato a favore delle grandi lobby dell’intrattenimento, dell’editoria, ma anche del software.

Dal 1° aprile (e non è un pesce d’aprile) i cittadini Italiani si accorgeranno grazie all’Agcom di quali saranno gli effetti dell’inibizione dell’accesso ai siti internet, senza che l’autorità giudiziaria (o in questo caso l’autorità di polizia) possa coerentemente e diligentemente attivarsi come è accaduto oggi per evitare centinaia di rimozioni errate.”

E’ comunque d’obbligo ricordare che la pirateria in Italia crea danni economici per centinaia di milioni di euro all’anno e, come hanno ricordato in un Comunicato Stampa il generale Gennaro Vecchione, comandante dell’Unità Speciale, e Paolo Occhipinti, responsabile del Nucleo Speciale, il problema si manifesta anche sul fronte posti di lavoro dove negli ultimi 3 anni sono stati persi oltre 22 mila i posti nel settore cinematografico.

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