È ancora in fase sperimentale, ma sembra un progetto, oltre che promettente, quasi da fantascienza. Individuare attraverso le parte il movimento sfruttando un segnale Wi-Fi. Si tratta dello scopo del dispositivo ideato dai due ricercatori dello University College London -Karl Woodbridge eKevin Chetty.
Il criterio di base è il medesimo di quello adottato dai radar: le onde radio variano la loro frequenza quando incontrano oggetti in movimento, il cosiddetto effetto Doppler. Ma perché il Wi-Fi? Semplice, nel mondo occidentale è quasi una costante in ogni ambiente, un recente sondaggio ne rivela la presenza nel 61% delle case statunitensi e nel 25% a livello mondiale.
Qualunque cambio di frequenza del segnale Wi-Fi viene rilevato quando qualcosa si muove nell’area desiderata. E dato che il dispositivo non emette alcuna onda radio non può neppure essere individuato.
Il Ministero della Difesa del Regno Unito, vista la bontà del progetto, ha già stanziato dei fondi per la valutazione della possibilità di utilizzare questo sistema per la scansione degli edifici. Come ogni scoperta della tecnica, c’è qualcosa di inquietante e affascinante nei suoi risvolti.
Wi-Fi per guardare attraverso le parti
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